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The Miu Miu Women’s Tales
03/09/2012
The Miu Miu Women's Tales
Nella sala Tropicana dell'Hotel Excelsior sfilano gli abiti di Miu Miu nelle immagini e nelle parole delle quattro registe Zoe Cassavetes, Lucrecia Martel, Giada Colagrande e Massy Tadjedin le quali, attraverso le domande della moderatrice Marina Fabbri, hanno raccontato il percorso che le ha guidate alla creazione della serie di cortometraggi The Miu Miu Women's Tales.
Fortemente voluto da Miuccia Prada, che grazie a Miu Miu ha sostenuto questo progetto "di donne per le donne", i quattro cortometraggi presentano una diversa visione dell'universo femminile e delle sue trasformazioni, attraverso gli abiti della collezione Miu Miu utilizzati e interpretati dalle registe. Una creatività tutta femminile che diventa espressione del mistero della trasformazione continua della donna attraverso i momenti della giornata e le diverse "maschere" e abiti che essa deve indossare per sopravvivere ed emergere in una società essenzialmente patriarcale.
Un'espressione femminile che, per una volta, esclude dallo schermo tutti gli uomini portando in scena i caratteri e i personaggi che gli abiti stessi hanno fatto nascere. Un'atmosfera elegante e sofisticata, quella dei cortometraggi, ispirata dall'eleganza del disegno di Miuccia Prada la quale rende, per utilizzare le parole di Giada Colagrande «Gli abiti attori protagonisti, più dei corpi che li abitano».
Sono proprio loro, gli abiti, presenti in tutti i film, ad aver mosso l'ispirazione delle quattro registe, le quali hanno potuto spaziare liberamente in tutte le direzioni che la parola Tales, favola e insieme racconto, ha loro suggerito: dalle modelle di Zoe Cassavetes alle dive anni Quaranta di Lucrecia Martel, dai personaggi da fiaba di Giada Colagrande alla cantante e alle donne di Massy Tadjiedin.
Diverse le ispirazioni e le esperienze formative delle registe, diversi i loro luoghi di provenienza e le loro esperienze nel mondo della regia, uguali le difficoltà affrontate per emergere in quanto donne in un mondo, quello della regia, dominato dagli uomini, che tendono a escludere la donna precludendole luoghi di responsabilità, quasi una mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Unica voce fuori dal coro delle quattro, Lucrecia Martel ha raccontato come già nel 1984 il film di punta dell'anno Camila - Un amore proibito fosse stato diretto (Maria Luisa Bemberg) e prodotto (Lita Stantic) da due donne, le prime di una lunga tradizione di registe che oggi in Argentina superano quasi per numero i loro colleghi uomini. Un auspicio che questo possa accadere al più presto nel resto del mondo. (Valentina Babini)
 
Vedi le videointerviste di www.cineuropa.org



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